La chirurgia delle palpebre, o blefaroplastica, è uno degli interventi più richiesti nell’ambito della chirurgia estetica maschile. A differenza di quanto si possa pensare, l’obiettivo per l’uomo non è quasi mai quello di inseguire un ideale di bellezza astratto, quanto piuttosto di risolvere un problema concreto: cancellare dal volto un’aria di perenne stanchezza, tristezza o severità che non corrisponde alla propria energia interiore. Uno sguardo appesantito da palpebre cadenti o segnato da borse pronunciate può infatti avere ripercussioni negative sulla percezione di sé e sulle interazioni sociali e professionali. La grande sfida per il chirurgo risiede nel raggiungere questo obiettivo di “ristoro” visivo senza intaccare l’identità del volto. La chiave di una blefaroplastica maschile di successo è la moderazione, un approccio conservativo che rispetti le caratteristiche anatomiche dell’uomo per evitare il rischio più temuto: la femminilizzazione dello sguardo, ovvero la perdita di carattere e di unicità espressiva.
Palpebra superiore: conservare il volume e rispettare il sopracciglio
La differenza fondamentale nell’approccio alla palpebra superiore maschile risiede nel rispetto della sua naturale “pienezza”. Mentre nella donna si tende a rimuovere più cute e talvolta una piccola porzione di grasso per creare un occhio più aperto, definito e “truccabile”, nell’uomo un’asportazione eccessiva risulterebbe disastrosa. Un occhio maschile scavato, con una piega palpebrale troppo alta e definita, appare innaturale e chirurgicamente alterato. La tecnica corretta prevede quindi una rimozione cutanea molto più conservativa, limitata allo stretto necessario per eliminare la ridondanza che appesantisce lo sguardo e interferisce con la visione. Un’altra differenza cruciale è la gestione della posizione del sopracciglio. Il sopracciglio maschile è tipicamente più dritto, folto e posizionato più in basso, a livello del bordo orbitario superiore. Un lifting del sopracciglio, spesso desiderato dalle donne per ottenere un arco più sensuale, nell’uomo deve essere evitato o eseguito con estrema cautela. Alzare troppo il sopracciglio maschile conferisce immediatamente un’espressione di perenne sorpresa e altera radicalmente i connotati, rappresentando uno degli errori più evidenti di una femminilizzazione indesiderata.
Palpebra inferiore: l’approccio transcongiuntivale e la gestione del grasso
Per quanto riguarda la palpebra inferiore, l’obiettivo principale è la correzione delle cosiddette “borse”, ovvero le erniazioni del grasso periorbitario. La tecnica d’elezione per l’uomo è sempre più spesso l’approccio transcongiuntivale. Questa metodica prevede un’incisione all’interno della palpebra, sulla congiuntiva, risultando quindi completamente invisibile dall’esterno. Questo non solo evita qualsiasi cicatrice cutanea, ma, cosa ancora più importante, preserva l’integrità del muscolo orbicolare, riducendo drasticamente il rischio di alterare la forma dell’occhio o di causare un’eversione del bordo palpebrale (ectropion), una complicanza particolarmente evidente. Inoltre, la filosofia moderna ha abbandonato l’idea di una rimozione aggressiva del grasso. Oggi si preferisce un approccio più sofisticato che prevede la riposizione o la redistribuzione del grasso stesso. Le borse vengono utilizzate per riempire il solco lacrimale sottostante, eliminando così l’antiestetico “scalino” e creando una transizione più dolce e naturale tra la palpebra e la guancia. Questo previene l’aspetto “scheletrico” o “svuotato” che una rimozione eccessiva potrebbe causare, mantenendo un volume che conferisce un aspetto sano e vigoroso.
L’arte del dettaglio: dalla cantopessi alle rughe perioculari
Il successo di una blefaroplastica maschile si gioca sui dettagli. Uno di questi è il sostegno dell’angolo esterno dell’occhio, il canto laterale. Con l’invecchiamento, quest’angolo tende a scendere, conferendo un’aria triste. In molti casi, specialmente quando la palpebra inferiore mostra una certa lassità, il chirurgo associa alla blefaroplastica una cantopessi o una cantoplastica, una procedura che riposiziona e fissa l’angolo dell’occhio, mantenendone la forma a mandorla e prevenendo arrotondamenti innaturali. Anche la gestione delle rughe perioculari, le “zampe di gallina”, richiede una filosofia diversa. Mentre nella donna si può mirare a una pelle più liscia possibile, nell’uomo è spesso desiderabile ammorbidire queste rughe senza eliminarle del tutto. Esse sono infatti parte integrante dell’espressione e del carattere di un volto maturo; cancellarle completamente potrebbe creare un contrasto innaturale con il resto del viso. L’obiettivo finale non è, dunque, inseguire un’impossibile giovinezza, ma ripristinare un’armonia tra l’aspetto esteriore e l’energia interiore, ottenendo uno sguardo che appaia riposato, dinamico e autenticamente maschile.